L’uomo che metteva in ordine il mondo

Ho finito L’Uomo Che Metteva In Ordine Il Mondo sulla spiaggia di Porto Pollo. Che è un posto che si chiama così anche se non c’è un porto. O comunque io non l’ho visto. Windsurfisti e kitesurfisti invece ce ne sono parecchi. Quelli li ho visti e con grande amarezza ho constatato che sono tanto belli quanto giovani, troppo giovani. Con i capelli lunghi ingarbugliati, i costumi sotto il ginocchio, i piedi nudi anche dopo il tramonto, le pelli scure e qualche tatuaggio a caso, di cui forse tra una decina di anni si pentiranno o forse no.

Tutto ciò per dire che, se in una spiaggia popolata da cotanta bellezza, ho finito un libro in tre giorni, significa che è davvero bello.

Trama veloce e no spoiler: Ove è un uomo di mezza età, diciamo mezza più un po’, che si vuole suicidare. Non che sia depresso: semplicemente, crede di non avere motivi per stare al mondo, da quando la moglie è morta ed è stato mandato in pensione anticipata.

Volersi suicidare non significa peró riuscirci, se prima di andartene vuoi lasciare tutto in perfetto ordine. E credere di non avere motivi per stare al mondo non significa che davvero non ce ne siano, specie se arrivano dei nuovi vicini che intravedono in te qualcosa di speciale e iniziano a invadere la tua ostinata privacy.

Perché nonostante Ove sia scorbutico, algido, silenzioso, maniaco del controllo, metodico fino all’esasperazione, nonostante Ove sia in sostanza uno scassaminchia di quelli che ti auguri di non avere mai come vicino di casa, o anche solo di ombrellone, ecco, di Ove non ci si può non innamorare. 

A patto che ci si prenda il tempo per conoscerlo. Per seguirlo nella sua vita che, tra rocamboleschi e fallimentari piani di suicidio, va avanti. Per ricostruire il suo passato che, a poco a poco, prende forma.

Ed è in questo ping pong temporale, guardando un po’ avanti e un po’ indietro, che si ride – molto – e si piange – teneramente.

È mentre ci si affeziona a Ove che ci si ricorda quanto siano complicate ed eccezionali le relazioni umane. Quanto possano essere sorprendenti. Quanto abbiano bisogno, per loro stessa natura, di due interlocutori: uno che si prenda il rischio di mostrare qualcosa di sé e un altro che quel qualcosa lo veda. Quanto siano davvero un meraviglioso, folle, complicato, eccezionale motivo per decidere che anche oggi è un ottimo giorno per scegliere di stare al mondo.

2 pensieri riguardo “L’uomo che metteva in ordine il mondo

  1. Ciao! Ti ho appena scoperto in virtù di un link dell’ottimo GYNEPRAYO…e….beh, che dire, leggerti è un autentico piacere! Sei una miniera di spunti preziosi!
    Ma confesso di essermi incartata, su questo post, sulla polaroid di Porto Pollo iniziale, in quanto compagna di un kite-surfer (45enne, ahimé niente fisico statuario né capello scarmigliato, sì ciabatta & Netflix quando il vento non concilia) e habitué di Porto Pollo. Quest’anno no, ma per parecchie esatti sedevo anche io in spiaggia facendomi scudo dal vento con un buon libro.
    E nulla, mi faceva piacere condividere questo piccolo momento amarcord. Proseguo nella lettura perché meriti, tantissimissimo!

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    1. Grazie mille, Chiara!
      Vedo che abbiamo già tre amori in comune: Gynepraio, i libri e Porto Pollo. Direi che sono ottimi punti di partenza 🙂

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